
Cosa significa “stare bene”?
È una domanda che attraversa spesso le sedute. Non si tratta solo di sentirsi felici o rilassati, ma piuttosto di sentirsi presenti a sé stessi, in contatto con ciò che si prova, anche quando non è facile.
In psicoterapia, questo momento di contatto può avvenire in modi diversi: a volte attraverso le parole, a volte attraverso un silenzio, un’immagine, un gesto che il paziente racconta quasi distrattamente… e che invece parla di una cura che inizia.
Piccoli gesti che aiutano a ritrovarsi
Alcune persone, nei momenti difficili, si sentono come disconnesse da sé, non dormono bene, fanno fatica a concentrarsi, sentono il corpo come distante o in tensione continua.
In questi casi, non è necessario fare “di più”, ma imparare a fare spazio.
Significa fermarsi, respirare, per non correre subito verso una soluzione. Possiamo iniziare da piccoli gesti quotidiani, vissuti con maggiore attenzione:
- Sorseggiare una bevanda calda e sentire cosa succede dentro
- Camminare lentamente e ascoltare il contatto dei piedi a terra
- Fermarsi un momento a chiedersi: “Che cosa sto provando, in questo momento?”
Questi gesti non sono una tecnica, ma un modo per tornare a sentirsi vivi.
L’ascolto di sé non sempre è immediato
A volte è più facile restare nel fare, nel correre, nel sistemare le cose. Ma quando si rallenta – anche solo un po’ – emergono emozioni che aspettavano da tempo di essere viste: la stanchezza, la tristezza, il bisogno di essere accolti.
Il lavoro psicoterapeutico offre proprio questo: uno spazio in cui poter sentire o tornare a sentire.
Non si tratta di cambiare personalità, ma di rientrare in contatto con parti di sé che magari si erano messe da parte.
Non servono grandi strumenti, ma uno sguardo più gentile
La ricerca del benessere non è un obiettivo da raggiungere con sforzo, ma un processo che passa anche dalla cura delle piccole cose: il tono con cui ci parliamo, il tempo che ci concediamo, la possibilità di dire “Sto facendo del mio meglio”.
Non è mindfulness in senso tecnico. È presenza, cura, attenzione. E può essere il primo passo per uscire dal senso di disconnessione e tornare a sentire che ci siamo, anche dentro alla fatica.
Qualche spunto per iniziare:
Se senti il bisogno di ritrovarti un po’ di più, ma non sai come fare, ecco alcuni gesti semplici che puoi sperimentare nei prossimi giorni. Non c’è giusto o sbagliato, solo la possibilità di iniziare, anche da un frammento.
Un sorso d’acqua con attenzione
Bevi lentamente un bicchiere d’acqua. Senti il contatto con le labbra, il passaggio nel corpo. Osserva cosa succede dentro mentre lo fai. È un gesto semplice, ma può riportarti al presente.
Un minuto di respiro consapevole
Fermati un momento. Chiudi gli occhi, se vuoi. Inspira ed espira lentamente. Non devi cambiare il respiro, solo sentirlo. Puoi contare fino a 10, poi ricominciare. È un modo per dire a te stesso: “Sto qui con me.”
Ascolta qualcuno davvero
La prossima volta che una persona ti parla, prova ad ascoltarla senza interrompere, senza pensare a cosa rispondere. Solo per qualche minuto, stai lì, con attenzione piena. Anche questo è un modo per coltivare presenza.
Nota una cosa bella nella tua giornata
Alla sera, chiediti: “C’è stato un momento in cui mi sono sentito bene, o almeno meno teso?”. Potrebbe essere una luce, una parola, una pausa. Annotarlo o semplicemente riconoscerlo può cambiare il tuo modo di vedere la giornata.
Non servono grandi cambiamenti. Serve solo iniziare da sé.
La psicoterapia è, in fondo, uno spazio in cui imparare a portare attenzione e cura alla propria vita interiore. Un passo alla volta, un gesto alla volta. E, soprattutto, senza fretta.
Se desideri iniziare un percorso di questo tipo, posso accompagnarti.
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