Ansia dopo un trauma: come riconoscerla e superarla

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Dott.ssa Maura Maria Schiavetta – Psicologa Psicoterapeuta, Milano

Quando l’ansia non è solo stress

Dopo un evento traumatico – che si tratti di un lutto, un incidente, una malattia, una violenza o un evento improvviso – l’organismo può entrare in uno stato di allerta continua e l’ansia può diventare una presenza costante. Spesso non si manifesta subito, perchè nonostante qualcosa si sia spezzato, molte persone continuano la loro vita come se nulla fosse. L’ansia può diventare una compagna silenziosa e invadente: può comparire settimane o mesi dall’evento, sotto forma di pensieri intrusivi, tensione, paura immotivata, insonnia, attacchi di panico, difficoltà di concentrazione.

Molte persone raccontano:

“Sto andando avanti, ma qualcosa dentro si è spezzato” .

“Non riesco a rilassarmi”.

“Sto sempre in allerta, anche quando sono al sicuro”

Non si tratta solo di stress. Questa condizione è nota come ansia post-traumatica, ed è una risposta del corpo e della mente che cerca di difendersi da un pericolo che, pur essendo finito, viene ancora vissuto internamente come presente.

Come si manifesta l’ansia post-traumatica?

L’ansia può assumere forme diverse, a seconda di come il trauma è stato vissuto e integrato. Alcuni segnali comuni sono:

  • Ipervigilanza: sentirsi sempre “sul chi va là”, anche in situazioni sicure
  • Tensione muscolare e difficoltà a rilassarsi
  • Insonnia o risvegli notturni con incubi o pensieri ricorrenti
  • Pensieri intrusivi: flashback, immagini o ricordi dell’evento che tornano senza controllo
  • Attacchi di panico, anche senza un motivo apparente
  • Evitamento: paura di affrontare luoghi, persone o situazioni legate al trauma
  • Difficoltà a concentrarsi, senso di disconnesione o distacco emotivo

In alcuni casi, può svilupparsi un vero e proprio Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD). In altri, i sintomi si manifestano in modo più sottile ma cronico, influenzando il benessere quotidiano

Perché l’ansia non “passa da sola”

L’organismo ha una naturale capacità di guarigione, ma quando un evento è troppo intenso o arriva in un momento di fragilità, il sistema nervoso può rimanere “bloccato” in uno stato di allerta. È come se una parte della persona vivesse ancora nel momento del trauma, anche a distanza di anni.

In questi casi, il lavoro psicoterapeutico non serve a “cancellare il passato”, ma ad aiutare la mente e il corpo a rielaborare l’esperienza e ricollocarla nel tempo: nel passato, dove appartiene.

Come la psicoterapia può aiutare

Il percorso terapeutico permette di:

  • Dare un senso all’esperienza vissuta, riconoscendo ciò che ha fatto male e come ha inciso
  • Esplorare le emozioni bloccate o represse (paura, rabbia, vergogna…)
  • Lavorare sui pensieri negativi legati al trauma (es. “è colpa mia”, “non sarò mai più al sicuro”)
  • Recuperare il senso di autoefficacia e sicurezza interiore
  • Ritrovare fiducia nei propri confini, nel corpo, negli altri

Uno degli approcci più efficaci per il trattamento dell’ansia post-traumatica è l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), una metodologia validata scientificamente che favorisce l’elaborazione dei ricordi disturbanti in modo profondo e duraturo.

EMDR: uno strumento per superare il trauma

Nel mio lavoro, utilizzo l’EMDR quando l’esperienza traumatica è ancora “viva” nella persona. Attraverso una serie di movimenti oculari o stimolazioni bilaterali, il cervello viene aiutato a desensibilizzare il ricordo traumatico, riducendo l’impatto emotivo e permettendo una rielaborazione più integrata.

Molti pazienti riportano che, con l’elaborazione degli eventi attraverso il metodo EMDR, riescono a pensare all’evento senza sentirsi sopraffatti, e ad aprire nuovi spazi di consapevolezza e fiducia.

Psicoterapia per ansia a Milano e online

Se ti riconosci in queste parole, se l’ansia non ti lascia respirare, non sei solo/a. Ci sono strumenti per ritrovare un senso di calma e sicurezza. E chiedere aiuto è il primo passo per iniziare a stare meglio.

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