Uno dei blocchi più frequenti: uno dei due sente il bisogno di un aiuto, l’altro si rifiuta o minimizza. Cosa fare quando la richiesta d’aiuto resta senza risposta?

Una richiesta che spesso nasce nella solitudine
Molte persone arrivano in terapia dicendo:
“Vorrei iniziare un percorso di coppia, ma il mio partner non vuole.”
Chi chiede aiuto si trova spesso nel paradosso di essere l’unico a vedere il problema, o quantomeno a volerlo affrontare. L’altro minimizza, rimanda, cambia discorso, oppure dice chiaramente:
“Non credo nella terapia”, “Non serve, siamo solo stanchi”, “Il problema ce l’hai tu.”
Dietro questa risposta possono esserci molte cose: difese, paure, vergogna, ma anche una diversa rappresentazione del legame e del conflitto.
Nella prospettiva relazionale, ogni comportamento ha un significato che va compreso nel contesto della storia di quella coppia.
Chi propone la terapia non è “quello che ha il problema”
Spesso, chi prende l’iniziativa si sente in colpa o teme di forzare l’altro.
In realtà, la richiesta di aiuto è un gesto relazionale, un modo per dire:
“Mi importa di noi”, “Voglio provare a capire, insieme.”
Chiedere aiuto non significa accusare, né attribuire colpe.
Significa voler aprire uno spazio nuovo, dove ci si possa vedere da un altro punto di vista.
Il rifiuto ha sempre un significato relazionale
Quando l’altro si rifiuta di partecipare, non sempre è per indifferenza.
A volte è una forma di difesa:
- Per paura di essere messo sotto accusa
- Perché non si sente capace di esprimere ciò che prova
- Perché ha vissuto la terapia, in passato, come qualcosa di giudicante
- O perché non riesce a riconoscere la profondità del malessere
In chiave psicoanalitica, potremmo dire che il rifiuto è già un messaggio, un segnale che può essere ascoltato, non forzato.
Si può iniziare da soli
Se la coppia non è pronta, può essere utile iniziare un percorso individuale.
Anche in uno solo, il legame è presente: nella mente, nel corpo, nella narrazione.
Lavorare su di sé può già produrre un cambiamento nella relazione.
A volte, questo porta l’altro ad avvicinarsi spontaneamente; altre volte permette di chiarire i propri bisogni, limiti e desideri.
Non c’è nulla di sbagliato nel prendersi cura della relazione partendo da sé.
Spunti per il dialogo di coppia
- Cosa ti spaventa, o ti frena, all’idea di fare una terapia insieme?
- Come possiamo parlare del nostro disagio senza colpevolizzarci?
- Riesci a vedere che anche io sto soffrendo, pur se in modo diverso da te?
- Posso iniziare io da solo, ma spero che tu senta che è una strada aperta anche per te.
Se desideri parlarne
Se stai vivendo questo tipo di difficoltà nella tua relazione, e senti di non essere ascoltato o compreso, parlarne in uno spazio sicuro può essere un primo passo importante.
La terapia non è un ultimatum, ma un invito: a guardarsi, a riconoscersi, a non perdersi.
Contattami se desideri capire meglio se un percorso individuale o di coppia può fare al caso tuo, puoi scrivere qui
