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La gravidanza è un periodo di grandi cambiamenti, che comporta modificazioni così vistose e in tempi così brevi che non può essere paragonato a nessuna delle altre epoche di passaggio della vita femminile, come l’adolescenza o la menopausa.

Nei pochi mesi della gravidanza, infatti, si assiste ad una trasformazione fisica, psicologica, relazionale e sociale importante.

Dal punto di vista corporeo, tutto l’organismo si attiva per creare lo spazio fisico necessario e per garantire lo sviluppo del nuovo individuo, e ad una trasformazione psicologica altrettanto impegnativa, poiché la donna deve affrontare non solo la nuova realtà ma anche il riapparire di conflitti passati, in una situazione di influenze reciproche tra la sfera somatica e l’aspetto mentale, che faranno emergere una nuova organizzazione, coerente con il proprio livello di funzionamento.

La gravidanza, soprattutto la prima, rappresenta una vera e propria rivoluzione nella vita della donna e in quella di coppia, perché comporta profondi e radicali mutamenti che si legano inevitabilmente alla costruzione di nuovi equilibri, grazie ai piccoli e grandi adattamenti quotidiani.

L’evento nascita giunge in un determinato momento della vita e si pone come parte del lungo processo di crescita e maturazione dell’individuo poiché, determinando una vera e propria “crisi evolutiva”, segna il passaggio ad una fase più matura dello sviluppo.

Come ogni altro evento portatore di grandi cambiamenti, anche la gravidanza richiede la destrutturazione di vecchi modi di pensare e di agire, per avviare una ristrutturazione di nuovi modelli mentali e comportamentali, più consoni al nuovo contesto.

I cambiamenti legati alla gravidanza, infatti, determinano inevitabilmente una crisi personale nella donna, che perde principalmente la propria immagine di sé costruita in precedenza, quando, dopo le tempeste e le incertezze dell’adolescenza, si era conquistata una maggiore stabilità con lavoro, casa, rapporto di coppia, amici, ecc. Soprattutto la relazione di coppia è destinata a cambiare, poiché gli accordi ormai consolidati in precedenza devono lasciare il posto alla ricerca di equilibri più adatti alla nuova situazione.

Non è semplice accettare l’evidenza che nulla sarà come prima (il proprio corpo per la donna, il rapporto con il partner, le relazioni con i propri genitori, il ruolo nel proprio contesto familiare e sociale, ecc), ma elaborare il “lutto” per le cose perse è un passaggio necessario per predisporsi al nuovo e potersi ri-progettare integrando il cambiamento stesso.

Diventare genitori per la prima volta significa, infatti, sperimentare la fatica di lasciare modalità conosciute e accettare l’incertezza nell’affrontare situazioni nuove, per cui non si ha ancora un bagaglio di esperienze che accompagni in modo rassicurante, ma è solo attraverso le piccole inevitabili crisi quotidiane che questo bagaglio si potrà costruire giorno per giorno.

L’insieme di tutte le variabili ed il modo unico con cui la donna li gestisce, in base al proprio livello di coerenza, faranno percepire il periodo della gravidanza e l’inizio della maternità come una fase complessa, ricca di innumerevoli potenzialità evolutive, ma nel contempo aperta a rischi che non vanno sottovalutati.

Nel periodo della gestazione, infatti, si possono manifestare diverse forme di sofferenza che non si limitano alla depressione post-partum, come si è soliti pensare. In questa fase, sono diffusi anche disturbi d’ansia, in particolare attacchi di panico. In questi casi, è importante rivolgersi ad un medico o ad uno psicologo per condividere questi stati d’animo e poterli affrontare.

 

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