L’ansia è un sintomo molto comune, che può portare un disagio consistente nella vita quotidiana, perché può colpire gli aspetti vitali dell’individuo come il sonno, l’appetito, il sistema gastrointestinale e le relazioni.
L’ansia può portare ad evitare certe situazioni e a limitare così la propria vita: può essere l’ascensore, l’aereo, le piazze, i concerti, ecc.. Se si esprime sul lavoro può causare un disagio quotidiano molto forte, con la sensazione di non poter scappare (una riunione, l’incontro con il capo o con i colleghi, ecc.).
Solitamente l’ansia si manifesta in un periodo specifico della vita, dopo o in vista di qualche cambiamento.
Vi racconto un esempio:
Un giorno, dando la mia carta d’identità ad un noleggio, il signore sessantenne mi chiese titubante se poteva farmi una domanda, avendo visto la mia professione. Mi raccontò di provare una forte ansia, mai avuta prima, da qualche tempo e che non sapeva cosa fare, né a chi rivolgersi per affrontarla. Gli chiesi se era successo qualcosa nella sua vita e mi rispose di aver avuto qualche mese prima un infarto. Certamente questo è un evento che influisce sul suo attuale stato d’animo. Mi ha molto colpito che mi chiedesse conferma rispetto al professionista a cui si sarebbe dovuto rivolgere: “é lo psicologo la persona giusta che devo chiamare?”. “Sì”.
Se ci si rompe un piede si va dall’ortopedico e se si vive uno stato di ansia che influisce negativamente sulla propria vita si va dallo psicologo. C’è ancora poca informazione e qualche tabù da sfatare, ma vedo che le nuove generazioni sono molto più pronte e aperte a questa possibilità.
Se vuoi qualche informazione in più sull’ansia, leggi qui
Il mio metodo:
La prima fase è l’analisi della domanda: dobbiamo capire insieme qual è il problema rispetto a quello che la persona vede e vive con disagio e quello che sta dietro al problema, alimentandolo, e che è un po’ più nascosto ai suoi occhi.
Di fronte ad un problema di ansia, chiedo per esempio dettagli relativi al momento della giornata in cui si manifesta di più? Quando è successo la prima volta? In che contesti emerge di più? ecc.
Chiedo poi informazioni sulla persona, rispetto alla sua storia e al momento che sta vivendo, in modo da inquadrare il sintomo all’interno di un contesto e di un tempo.
Solitamente dopo 2 o 3 incontri, propongo la terapia più adatta in base al problema specifico e al quadro emerso. Se ci sono degli eventi traumatici alla basa dell’ansia, è possibile lavorare con l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), un metodo che a livello internazionale è indicato tra i più efficaci e risolutivi in tempi brevi.
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Maura Schiavetta
Psicologa Psicoterapeuta
Studio di Psicologia di via Marghera 6/B Milano
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